Conobbi Raffaello Bassotto nel 2015, in occasione del convegno Vita oltre la morte a Verona; io ero parte del direttivo VAIS che promuoveva l’evento e lui partecipava con un intervento dedicato all’utilizzo della fotografia per documentare la morte; inoltre, una sua fotografia del progetto Reliquiae era stata utilizzata per l’immagine del manifesto. La sera ci ritrovammo alla cena-buffet e
– scusi, lei è del catering?
– perché lei è della stampa?
Ecco, questo è l’incipit di una collaborazione con il ‘fotografo di provincia’, come lui si definisce celando il vero, e Marta Bassotto che si prende cura, in sordina, della catalogazione delle fotografie dell’archivio.

La prima volta che entrai nello studio-archivio mi sembrò di essere catapultata a Parigi, in una casa tra Montparnasse e Montmartre a inizio Novecento. Forse perché non ero mai entrata nella tana di un artista, forse perché Raffaello Bassotto è un artista a tutto tondo, un uomo dalla mente brillante, con una visione del mondo e del reale che si muove a diversi livelli, dal banale al surreale, dal crudele cinismo all’ironica capacità di provocare, scambiando il vero per falso.
Il primo progetto che mi mostrò fu Indian scrapbook, una mostra che era stata presentata a Milano, nella galleria Cardazzo Factory. L’esposizione proponeva le fotografie di Bassotto e i dipinti di Daniele Nalin, due punti di vista di un viaggio in India, Nepal e Sri Lanka rispettivamente nel 1978 e nel 1984; decisi all’istante di organizzare la stessa mostra a Treviso, così è stato dall’11 al 26 giugno 2016.
2017, anno intenso: il progetto Object, nato nel 2014, doveva giungere a una concreta realizzazione: un catalogo e una mostra, anche se già a settembre 2016 c’era stata un’anteprima. Penso che questo sia IL progetto per eccellenza, tra tutti i lavori di Bassotto, perché racchiude l’evoluzione e la sintesi dell’artista.
Dal 7 al 22 ottobre 2017 Bassotto e Nalin tornano a Treviso con la mostra Here it is, il fil rouge sono gli oggetti diversamente interpretati dai due.
Fra tutti gli oggetti i più cari
sono per me quelli usati.
Storti agli orli e ammaccati, i recipienti di rame,
i coltelli e forchette che hanno di legno i manici,
lucidi per tante mani: simili forme
Mi paiono tutte le più nobili. Come le lastre di pietra
intorno a case antiche, da tanti passi lise, levigate,
e fra cui crescono erbe, codesti
sono oggetti felici.
Penetrati nell’uso di molti,
spesso mutati, migliorano forma, si fanno
preziosi perché tante volte apprezzati.
[…]
bertolt Brecht, fra tutti gli oggetti
L’ultima esposizione, a dicembre 2019 nella galleria Serra 900, è stata dedicata a Verona, ai dettagli della sua città; un libro fotografico che contiene 125 scatti, dal 1968 al 2018, e racconta la trasformazione di luoghi e di stili di vita, dell’anima del capoluogo scaligero.
Altro #workinprogress.
Qui il link del sito dell’Archivio Raffaello Bassotto.
Qui un articolo dedicato a Indian scrapbook.
Due articoli dedicati alla “vita segreta degli oggetti” Object e Cercando l’oro del tempo.