Alessandra Cardi è un laboratorio creativo in costante evoluzione, sperimentazione e autocritica. Dopo una prima mostra personale Guardando Oltre, curata da Vita Gennaro ed esposta a Ca’ de Noal a Treviso nel 2012, la Cardi ha sospeso la sua attività artistica per molti anni a causa di una serie di impedimenti che la vita le ha presentato in fila, uno dopo l’altro, senza tregua. Nel 2020, il tempo rallentato e la clausura imposta dal lockdown le ha permesso di ascoltare nuovamente quell’estro creativo che fa parte della sua più intima natura. Lo ha ascoltato e assecondato, permettendo a se stessa di esprimere il suo mondo interiore e la sua personale visione della realtà in cui siamo immersi.

Quando Alessandra ha fatto riemergere dal passato le tele grezze, i colori, i pennelli e le spatole e le spugne, ha avvertito che il linguaggio a lei più consono è la forma astratta che le sue mani producono dopo lunghi momenti di riflessione ma il pensiero, il razionale, sono abbandonati nel momento in cui le mani si muovono in cerca del materiale migliore o gli occhi notano un dettaglio da addensare o da diluire. Dall’inizio di marzo 2020 non ha più smesso di dipingere, di affidarsi a quell’istinto creativo che rappresenta la sua sensibilità di donna, madre, amica e osservatrice del mondo.

Ho convissuto con lei il tempo finale e l’esposizione dei due progetti L’anima incontra la materia e La cerca dello spazio, di cui parlerò a breve, cercando le parole migliori per mettere in assonanza l’arte visiva con un linguaggio utile alla comprensione di percorsi profondi e non sempre facili da spiegare. Resto dell’idea che l’arte visiva vada vista più che spiegata.

L’anima incontra la materia

Il primo progetto, esposto in una personale a Spazio Solido, Treviso, non poteva avere un titolo differente: la tela diventa lo scenario di una vita in cui emergono emozioni in forma di parole stampate, tessuti elaborati e fili che si intrecciano con l’impasto del colore, infatti lavori del periodo 2020/inizio 2021 sono connotati da un nuovo approccio all’uso dei materiali. La sostanza fisica si fa portavoce della forma del pensiero: delimita i confini e cerca il punto d’incontro tra passato e presente, esprime l’analisi e le memorie delle proprie radici e, al contempo, è un’affermazione d’identità.

Per Alessandra Cardi creare significa esplorare il mondo partendo da sé stessa: si pone in ascolto, guarda dalla finestra, simbolo che ricorre nei quadri, e lascia riaffiorare i ricordi e il concretizzarsi delle immagini. Il suo intento è di trasporre lo spazio e la sua forma materica attraverso una tecnica personale in cui spesso sostituisce i pennelli con le mani o la spatola, creando un contesto in cui l’anima, la propria o delle persone incontrate o immaginate, possa incidersi con un dettaglio: un filo rosso, una pennellata di colore o il tratto lasciato dalla mano.

Ci sono momenti nella vita in cui ognuno di noi avverte il bisogno di fermarsi, di trasformare i pensieri e i sentimenti -quelli d’amore o di rabbia- in qualcosa d’altro. Per me questa mostra rappresenta il senso di un cambiamento: mi sono fermata, ho guardato e ascoltato cosa la mia anima voleva farmi comprendere, ho chiuso gli occhi e ho lasciato alle mie mani l’alchimia della metamorfosi.

È così che Alessandra Cardi si fa testimone del tempo che viviamo, dell’essere avvinghiati dalla quotidianità ma, al contempo, avverte il bisogno, conscio o inconscio, di sentirsi parte di qualcos’altro, di andare oltre.

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Spazio Solido | Treviso | 18-27 giugno 2021

La cerca dello spazio

Le opere prodotte dall’autunno 2021 alla primavera 2022 segnano il percorso di ricerca della pittrice sulla definizione dello spazio. Dopo la mostra L’anima incontra la materia, la Cardi propone una nuova sperimentazione, abbandona lo stile materico che caratterizzava le opere del 2020/2021 e si immerge nella scoperta delle sfumature dei colori e nella personalità della linea. L’esposizione racchiude l’esito di ciò che lei stessa definisce come un laboratorio di ricerca, che muove da un lavoro introspettivo e la spinge a tradurre un sentire personale in un sentire comune, in cui lo spettatore possa avvertire quel senso di condivisione che l’arte esprime per sua stessa natura.

L’incipit della ricerca, suggerito dal titolo stesso, è l’esigenza di fare spazio, di definire confini fisici e confini mentali; siamo tutti sempre più sopraffatti da informazioni, immagini, notizie e “sentimenti globali” che si abbattono nel quotidiano, privandoci di uno spazio protetto, uno spazio personale in cui prenderci cura di noi stessi.

Il progetto a cui la Cardi si dedica parte da qui e cerca la sua forma espressiva nel colore, principalmente il blu, sfumature acquee ed eteree, il rosso e il nero, sempre presenti nelle sue opere, a cui si aggiunge la luce dell’oro nelle ultime opere del percorso; altra attenzione è dedicata alla linea; la linea curva, a ricordare il turbinio dei pensieri e il vortice a cui il mondo si sottopone; la linea sottile, un graffio, un’incisione nel colore, per esprimere la necessità di togliere, di creare un varco, di segnare l’errore da cui generare uno spazio nuovo; la linea retta e la forma del quadrato o del rettangolo che determinano l’organizzazione dello spazio, la sua definizione e la distinzione tra spazio interno e spazio esterno, tra spazio tempestoso e spazio cheto.

Nelle opere esposte nella personale La cerca dello spazio tenutasi al Chiostro San Francesco di Treviso, Alessandra Cardi conferma il suo stile astratto per raccontare il mondo concreto che la circonda, in modo meno materico e più tecnico, sempre empatico, dove il complesso vuole essere tradotto in qualcosa di semplice.


Foto © Mara Zamuner

Nell’estate 2021 Alessandra Cardi ha esposto tre opere nella mostra Woman Art Expo, curata da Franco Fonzo, evento collaterale di Arte Fiera Dolomiti.

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