Alle 10 in punto, ogni mattina, Giovanni prende la sedia da giardino e la porta sulla stradina che costeggia il lago, si siede e guarda. Qualcuno gli passa davanti, camminando o correndo, qualcun altro tenta di attaccare bottone, ma lui non ci bada, sguardo fisso all’orizzonte.
C’è chi dice che conta quante persone passano, perché gli ha sentito sussurrare dei numeri.
Invece no.
Un due tre, un due tre. Li ripete perché sta ballando con la Giovanna, che non c’è più, proprio là, in mezzo all’acqua, e non può sbagliare, perché lei sì sta sempre a fior d’acqua ma lui finirebbe per cadere giù e bagnarsi tutto, anche il cappello.