[Giselle e la gatta]*
Giselle mi racconta che la gatta si sdraia sulla panchina, tono su tono o appena poco più fulva, e aspetta.
Vede passare i gatti del parco e muove la coda, sorniona. Poi, alcuni tornano e tornano.
Qualcuno, dopo lunghi e ridicoli corteggiamenti, riesce ad averla. S’illude di poterla riavere ma, appunto, s’illude. Sono così stupidi i gatti in amore!
Ma perché perdi tutto questo tempo a guardare una gatta? Le chiedo.
Non che quella gatta sia di particolare bellezza o intelligenza, però è astuta. Da ciascuno ottiene ciò che vuole.
Giselle mi confida che non sa, con certezza, se si tratti di una gatta o di una donna.
[Fotografia: anchina lungo il lago Vransko, Croazia]