Linee a matita sottolineano frasi, concetti e riflessioni in Memorie di un’avventuriera. Liberamente ispirato alla vita di Aphra Behn di Emanuela Monti. Sono frutto dell’accurata ricostruzione della scrittrice toscana in omaggio alla drammaturga e scrittrice inglese. Le riporto qui, come una sorta di memorandum e di vademecum.
Ciò che più mi affascina nella lettura è la contemporaneità di una autrice del XVII secolo, il suo acume e la determinazione, oltre che un incredibile coraggio. La sua audacia non fu solo nelle parole ma anche nell’agire, posta dinnanzi a scelte difficili -una donna nella seconda metà del 1600- non si perse d’animo e fece tutto ciò che le permise di proteggere la propria libertà. Non priva dell’ironia e dell’umorismo inglese, Aphra Behn visse con ardore e passione anche le più tristi vicissitudini della sua breve vita.
Memorie di un’avventuriera è un titolo perfetto, non solo riferito ai viaggi che Aphra Behn compì ma soprattutto per mettere in rilievo la principale caratteristica dell’animo e dell’intelletto di questa donna; ringrazio Il ramo e la foglia edizioni per la pazienza e complimenti a Emanuela Monti per la ricerca e la narrazione.

[sulla speranza]
Non spero nulla dagli uomini, tantomeno da quelli che ho amato. A maggior ragione quando mi hanno ricambiata.
[misunderstanding]
Mi parve estremamente ridicolo in quell’accesso di gelosia, ma poi, nel ricordo, idealizzai la sua debolezza. Quello che era solo un capriccio infantile lo scambiai per profondità di sentimento.
[illusione o testardaggine?]
Lo stesso vale per noi, che quasi sempre disprezziamo gli uomini dall’animo nobile e ci perdiamo dietro a bellimbusti innamorati solo di sé stessi. Così, io non ebbi abbastanza giudizio da allontanarmi in tempo, quando colsi i primi segni della superficialità dei suoi sentimenti. Dentro di me, nel profondo, sapevo da sempre che non avrei dovuto fidarmi di lui, ma non volevo crederci. Non potevo figurarmi un cambiamento tanto radicale. Non potevo immaginare che le parole si potessero pronunciare con tanta leggerezza, né che i gesti potessero essere tanto vuoti di significato.
[amore vs narcisismo]
Con John poi mi ero creata l’illusione di poterne catturare l’essenza, quell’essenza che purtroppo è davvero volta esclusivamente alla celebrazione di sé stesso e alla ricerca del piacere. Con lui ho addirittura creduto di poter sfidare le leggi di Natura, che hanno decretato l’amore di un uomo per una donna il più fugace tra i sentimenti, soprattutto quando quella donna si dà senza calcoli e artifici. Che patetica sfida è stata la mia! […] Non è cosa da poco, ne sono consapevole, ma io credevo che il suo cinismo fosse solo un atteggiamento, che il suo egoismo fosse una difesa. Pensavo che ci fosse una parte più nobile e che sarei riuscita a tirarla fuori con la forza del mio ardore.
[il sogno più della ragione]
Quando mi lasciai andare all’amore per Strangford ero poco più che una bambina e, sebbene la mia intelligenza e il mio buonsenso non mi lasciassero alcun dubbio sull’impossibilità di una relazione legittima e alla luce del sole tra me e lui, la mia natura di sognatrice mi induceva a sperare che accadesse un evento miracoloso in grado di rendere verosimile quello che era del tutto inverosimile.
[invecchiare]
Il suo viso si coprì di rughe sottili; la pelle cominciò a cedere sotto al mento e due occhiaie peste si formarono sotto ai suoi occhi per non andarsene mai più.
In me, dal di fuori, non si colse alcun mutamento. Io invecchiai dentro.
[buonsenso]
[…] avevo dato prova di assoluta mancanza di buonsenso: la colpa più grave agli occhi del mondo. Non la disonestà, l’ipocrisia, l’avidità, ma l’incapacità di adeguarsi alle convenzioni, l’audacia di fare delle scelte controcorrente, non importa se dettate da purezza di sentimenti e intenti, è quello che la gente giudica davvero imperdonabile.
[sulla scrittura]
«Il vostro stile è interessante. Conoscete l’arte di tenere vigile l’attenzione del lettore. E parlate una lingua che va di retta al cuore. Solo gli esseri pieni di passione sono capaci di questo. Se c’è passione tutto risulta vivo e naturale anche sul la pagina. È un po’ come nell’alcova. Ma l’età non mi consente di spingermi a immaginare le vostre doti in quella sede».
[Londra]
Circolavano sempre più insistenti le voci delle profezie sulle sciagure che avrebbero colpito Londra nel 1666, perché nelle cifre di quell’anno spiccava il numero della Bestia e tra la folla ricorreva la frase di Walter Gostelo, che, riferendosi alla nostra città peccaminosa, aveva scritto: “pentiti o brucia, come Sodoma e Gomorra!”.
[troppo coraggio?]
«Non tutti hanno il vostro coraggio, Aphra. Vi sono persone più vili. O si potrebbe dire più prudenti. E il vostro coraggio confina spesso con l’avventatezza»

Aphra Behn, 1640-1689 | incisione da un perduto ritratto di John Riley